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Copertina del libro come petali nel vento di Hika Harada
Copertina del libro come petali nel vento di Hika Harada

“Come petali nel vento” di Hika Harada, con 800 mila copie vendute in poco più di 4 mesi, è l’ultimo caso lettaraio che arriva dal Giappone.

Sono 240 pagine tradotte da Daniela Guarino e pubblicate a Gennaio di quest’anno con la casa editrice Garzanti, che narrano la storia familiare, tutta femminile di 3 generazioni, nonna, mamma e figlie, e di un magico quadernetto per annotare le spese. Tramandato da generazioni. Come un segreto da custodire. Ma anche da condividere.

Un piccolo gioiello di saggezza nipponica, tutto da assaporare.

La trama

Il tema centrale è l’indipendenza economica e l’intero racconto si svolge in famiglia.

Nel rapporto madre-figlie, nonna-nipoti e suocera-nuora.

Le figure maschili fanno da sfondo alle dinamiche, mentre il protagonista indiscusso è il magico quadernetto, un taccuino per la contabilità domestica, le cui istruzioni per l’uso si tramandano religiosamente di generazione in generazione.

Come un pezzetto di DNA tutto femminile.

Il racconto, dunque, segue le vicende delle sorelle Miho e Maho, della mamma Tomoko e della nonna Kotoko.

Le prime alle prese con l’alba della loro vita adulta.

Mentre la mamma, dopo una malattia importante, si interroga sul suo matrimonio e sul suo futuro di donna non solo nel caso di un divorzio.

La nonna, ultrasettantenne e vedova, invece si chiede come preservare i risparmi di una vita per una vecchiaia serena e indipendente.

E ognuna, con l’aiuto delle altre e un pizzico di istinto, troverà la sua strada, superando le personali difficoltà.

Sullo sfondo un Giappone contemporaneo, a volte crudele e materialista, in cui le vecchie tradizioni patriarcali durano a scomparire definitivamente.

Ma anche questo non è un ostacolo per le protagoniste.

Alla fine, la sorellanza trova sempre il modo per far sopravvivere le sue donne.

Perché leggere “Come petali nel vento”?

Perché noi donne dobbiamo scegliere una volta per tutte se essere petali nel vento, travolte dalle mille tempeste della vita, o trovare il nostro ramo a cui aggrapparci nei momenti più difficili.

Da sole.

Senza l’aiuto di nessuno.

E questo racconto di Hika Harada, con una delicatezza tutta nipponica, spiega che cosa voglia dire scegliere.

E come fare.

Senza esclusione di situazione ed età.

Ammetto che è il libro che avrei voluto scrivere io, e nella quale mi sono ritrovata. Confesso anche che ha tutte le caratteristiche per essere il mio libro dell’anno….

Leggero e scorrevole.

Attuale e denso di istanze fondamentali, in un momento come questo in cui la crisi finanziaria globale si intreccia alla storia dell’indipendenza femminile e dove quest’ultima rischia di subire un battuta d’arresto, è anche un prezioso manualetto per non perdere di vista i propri obiettivi.

D’altra parte non è un segreto il gender gap, il divario di genere soprattutto in ambito economico, e di come questo, ancora, ponga le donne in una situazione subalterna.

Di incapacità all’autonomia.

Diceva Matilde Serao che sulla questione dell’indipendenza femminile “esistono solo questioni economiche e morali“, ponendo un forte accento sulla prima e considerando ala seconda come naturale conseguenza.

Dunque perché leggere ” Come petali nel vento?”

Perché è un racconto che fa riflettere senza invadere il pensiero individuale.

Mostrando, attraverso l’epopea familiare delle sorelle Miho e Maho, la mamma Tomoko e la nonna Kotoko, come ritagliarsi uno spazio di autonomia economica sia possibile, a qualunque età e in qualsiasi situazione economica.

E ricordandoci che ci sono ancora troppe scarpe rosse e che molte di queste sono spesso l’estrema conseguenza dell’abuso economico e della non autonomia.

La mia opinione

Libro delicato e piacevole è in realtà potente.

Senza essere invasivo, lascia spazio alla riflessione, non impone ma dimostra con energica convinzione la necessità di prendere in mano le nostre vite partendo proprio dai soldi.

Rompendo il tabù “donne denaro e indipendenza” che la cultura patriarcale ha per troppo tempo giustificato

Ne ho amato la pragmaticità giapponese, che, senza essere ossessiva, é efficace.

3 ingredienti: un quaderno, un pò speciale che mi ha ricordato il mitico borsellino a scomparti di mia nonna, organizzazione e costanza.

Il tutto condito con un pizzico di intelligenza finanziaria e di intraprendenza tutta femminile, per un gioco di “moltiplicazione” dei risparmi.

Ho amato anche la figura della nonne Kotoko la cui resilienza mi ha ricordato non solo la mia di nonna, ma anche la straordinaria signora Tokue del libro di Durien Sukegawa ” Le ricette della signora Tokue”.

Fammi sapere nei commenti qui sotto se gradisci la recensione a questo magnifico libro.

E, infine, mi sono innamorata della magica sorellanza familiare che unisce figlie, mamma e nonna/suocera.

Ancora una cosa prima di concludere.

La semplicità con cui vengono spiegati i principi fondamentali del risparmio e raccontata la storia, le frequenti pause riflessive, i punti di sospensione, possono far apparire la narrazione, a volte, inconcludente.

Nel senso che può sembrare difficile trovare il punto della situazione.

In realtà, a mio avviso è il pregio di questo libro. Infatti è proprio lì, in quelle sospensioni, che si apre lo spazio per la riflessione personale.

La propria, intima ricerca della via giusta.

In estrema sintesi, questo è un libro che va gustato pagina per pagina,

Parola per parola.

Nel presente dello svolgersi dei fatti.

Accompagnandolo, e la scelta qui è d’obbligo, ad una tazza di tè verde Bancha.

Leggermente aromatico e con piacevoli note tostate grazie alla sua lavorazione delicata , è a basso contenuto di teina.


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