Quando si tratta di denaro noi donne dobbiamo essere sempre preparate e attente.
Non solo nell’ambito del risparmio e dell’investimento.
E’ necessario imparare a capire quando i soldi diventano pericolosi strumenti di ricatto e violenza trasformandosi in abuso economico.
Presente nel nel 90% dei rapporti abusivi, è fra tutti il più subdolo e meno denunciato.
Figlio di una cultura patriarcale che si fonda sulla complementarietà dei ruoli, finisce per essere largamente accettato (se non giustificato) dalla società che lo consegna al silenzio e alla sfera dei tabù.
In questo modo non solo l’abusante si sente autorizzato a procedere nel comportamento violento, ma la stessa vittima fatica a riconoscerlo come tale, spianando la strada verso spazi assai più rischiosi.
Ma è un reato spia, come lo stalking, la violenza sessuale, i maltrattamenti e il revenge porn.
Ed è, come tale, un segnale d’allarme che, spesso, troppo spesso, precede il femminicidio.
In questo articolo cercheremo di comprendere a fondo
- che cos’è la violenza economica
- quali sono i segnali inequivocabili
- come prevenirne l’insorgenza
Pronta?
Seguimi!
Che cos’è l’abuso economico?
O, ancora, che cos’è la violenza economica?
E’ un modello di comportamento di controllo, minaccia e degrado che limita la libertà.
Lo scopo è lasciare la vittima senza soldi, disorientata e insicura in modo da controllarla meglio.
Di fatto è l’atto con cui l’abusante, il partner, utilizza il denaro come strumento ricattatorio, per rendere la vittima impotente, dipendente e facilmente controllabile.
E impedirle di scegliere liberamente per se stessa.
Impaurirla.
Ma non è tutto.
L’abuso economico spesso si accompagna al cosiddetto gaslighting.
La vittima resa insicura dalle denigrazioni sistematiche messe in atto dal partner, alimenta, essa stessa, la spirale del controllo.
L’inevitabile isolamento dal mondo del lavoro e dal resto della comunità, poi, concorre a fare il resto.
L’abusata si convince di non essere in grado di farcela da sola e non trova il coraggio di interrompere la relazione tossica.
E tutto ciò avviene, quasi sempre, senza che se renda veramente conto, fino a quando non si palesa la violenza fisica, più facilmente riconoscibile.
La maggiore difficoltà, quindi, sta proprio riconoscere l’abuso prima e trovare il coraggio di infrangere il tabù per denunciarlo, poi.
Il fatto stesso che sia una violenza non ancora pienamente riconosciuta come tale, e, in parte giustificata, esserne vittima diventa inevitabilmente una vergogna da nascondere.
Un atteggiamento che associato all’isolamento e all’insicurezza genera la combinazione perfetta per il silenzio ad oltranza e l’anticamera ideale per il disastro inevitabile.
Come capire se stai subendo violenza economica: i campanelli di allarme
Appurato che , legge o non legge, ci troviamo di fronte ad un reato a tutti gli effetti, è cruciale assumerlo come tale e muoversi fin da subito.
Per proteggerci e proteggere che ci sta accanto.
Non dimentichiamo che qualsiasi abuso ai danni di una donna è un abuso sulla famiglia, sulla comunità e sulla società.
Quindi, come muoverci?
Renderci e rimanere indipendenti, sempre e in ogni situazione.
Ma laddove, ciò non è possibile e si crea una situazione di subalternità, imparare a cogliere i segnali di avvertimento.
E denunciare.
Senza vergogna e con una certa insistenza. Laddove il fatto viene ignorato o, peggio, sminuito.
Spesso, infatti, i segnali sono velati e difficilmente rintracciabili.
Tuttavia alcuni sono davvero inequivocabili ed è a questi che va prestata attenzione.
Sei “in pericolo” se:
- Il tuo partner controlla le spese e ti obbliga a rendicontarle
- Stabilisce un budget, in genere ristretto, e pretende che tu non lo sfori
- Non lascia margine economico alle tue esigenze personali
- Ti nasconde l’ammontare delle finanze familiari
- Pretende di occuparsi lui e solo lui di gestire il bilancio
- Ti impedisce di lavorare o arriva a sabotare la tua carriera
- Minaccia, durante le discussioni, di tagliarti fondi
- Dispone in modo unilaterale delle entrate che spende per sè stesso
Uno o più di questi atteggiamenti ripetuti nel tempo, unito a discredito e intimidazioni, sono chiari campanelli di allarme che non vanno assolutamente sottovalutati.
Come prevenire
Essere educate finanziariamente è sicuramente lo strumento più potente che noi donne abbiamo a disposizione per sfuggire alla violenza economica, e non solo.
Avere una propria indipendenza economica all’interno della coppia o famiglia ed essere in grado di gestire autonomamente le tue risorse, è un passo fondamentale per evitare abuso economico e violenze domestiche ( sia psicologiche che fisiche)
Tuttavia abbiamo anche altri mezzi a disposizione altrettanto efficaci.
Eccoli
- Non delegare la gestione finanziaria
- Pretendere di conoscere i movimenti economici della famiglia e di condividere tutte le scelte finanziarie
- Difendere il proprio lavoro. Anzi mantenersi aggiornate e competitive.
- Conservare sempre una parte del proprio stipendio per sè e costruirsi un fondo emergenze
- Esigere un proprio conto corrente personale
- Evitare di stipulare finanziamenti congiunti e/o firmare documenti senza avere le adeguate informazioni
- Proteggere il patrimonio personale e conservare documenti e codici in un luogo sicuro
- Non tollerare mai ingiurie, men che meno a tema
- Non mettersi in condizione di dover elemosinare per i propri bisogni
Insomma, se ti ritrovi in un rapporto in cui sei costretta a camminare in punta di piedi e in cui sono presenti forti condizionamenti economici, è probabile che si stia innescando una spirale di abuso.
Un buon primo passo per creare il tuo percorso di autonomia è imparare a gestire le tue risorse( poche o tante che siano) e risparmiare in modo costante in modo da avere un fondo su cui poter contare in qualsiasi evenienza: “Money skills per donne: strategie vincenti per gestire i tuoi soldi, creare ricchezza e vivere la vita che desideri” , ti fornisce tutti gli strumenti necessari per iniziare subito e raggiungere con successo i tuoi obiettivi.
E la legge? L’abuso economico è tutelato?
NO.
Se non indirettamente.
L’abuso economico pur essendo una violenza a tutti gli effetti, non è ancora riconosciuta come tale.
O meglio.
Non è sullo stesso piano della violenza fisica.
Per questo motivo non è espressamente definita e regolata attraverso una legge dedicata.
Troviamo una menzione nell’articolo 3 del Decreto 93/2013 che disciplina l’istituto dell’ammonimento,
Per il resto la restrizione economica può integrare altri reati:
- Maltrattamento in famiglia. Disciplinato dall’art. 572
- Violenza privata ( Art.610)
- Limitazione della libertà (Art. 600)
- Violazione degli obblighi di assistenza (Art. 570) che configura il reato di privazione delle risorse economiche
- La legge 29 maggio 2017 sul cyberbullismo e sullo stalking del 2009 che citano anche la violenza economica
E’ evidente come sia necessaria una normativa ad hoc che configuri l’abuso economico come un vero e proprio reato contro la libertà e la persona.
A dire il vero qualcosa si è mosso.
Nel 2021, l’allora Presidente del Consiglio Mario Draghi ha sottolineato l’urgenza di misure a tutela delle donne. Fra queste ha stanziato una somma pari a 3 milioni di euro per la costituzione del reddito di libertà a sostegno delle donne vittime di violenza.
Da quest’anno, inoltre, è previsto un investimento strutturale di 30 milioni da destinare ai centri di violenza.
Purtroppo, però, da un punto di vista legislativo sull’abuso economico, ancora nulla all’orizzonte.
E allora?
Non ci resta che, come sempre, far da noi!
Ma ricordando sempre che l’abuso o violenza economica affonda le proprie radici nella medesima cultura del possesso la stessa che muove il reato di femminicidio.
E che questa, a sua volta, si autogiustifica nella visione patriarcale che continua a sopravvivere, fiera, nella nostra società.
Patriarcato alla base del gender pay gap, al catcalling e, alla fine, della violenza di genere.
Una cultura che ci vuole vittime costanti dei nostri partner, ingabbiandoci in dinamiche di controllo e abusi di potere che possono assumere diverse forme.
E che pertanto, sole od unite, è necessario continuare a lottare.
Partendo proprio dalla nostra indipendenza economica.
Piccola o grande che sia, è il regalo più prezioso che una donna può fare a se stessa.
L’arma più potente contro qualsiasi abuso.
Ma questo è solo una faccia della medaglia.
Val la pena ricordare che ….
Non solo giovani donne vittime di abuso economico…
Anche gli anziani.
Anzi, le anziane.
Complice la durata della vita media maggiore, rispetto a quella degli uomini, che ne fa vittime nella quasi totalità dei casi.
Anche qui, gli abusanti sono perlopiù familiari, in particolare figli e parenti stretti, economicamente dipendenti dalla vittima e spesso, troppo spesso, conviventi per incapacità di trovare quell’autonomia necessaria per tracciare una vita propria.
Dunque una congiuntura, fatta di allungamento della vita, malattie mentalmente invalidanti e condizioni sociali che non permettono di impostare un’esistenza propria e autonoma, sarebbe la cornice di questa violenza.
Rispetto alla precedente , però, risulta di ancor più difficile diagnosi a causa delle condizioni di salute della vittima e dal conseguente progressivo isolamento.
Ma come si configura il reato di abuso economico sugli anziani?
Segnali di allarme
La ragione per cui è tanto diffuso, forse anche di più dell’abuso economico in coppia, è l’estrema facilità con cui può essere commesso e la relativa semplicità con cui si può sfuggire ai controlli.
Quindi a quali indizi deve prestare attenzione chi ha la responsabilità di vigilare?
- generali condizioni di degrado dell’ambiente e della persona
- furto o sequestro di libretti di assegni, bancomat, pensione, oggetti personali
- restrizioni sugli acquisti
- sottrazione di fondi
- mance arbitrarie
- mancata restituzione di resto
- firme false su documenti e deleghe
- eredità anticipate
- aiuti finanziari di varia natura
- estorsione di denaro
Che cosa si può fare in caso di sospetto?
Purtroppo come nel caso dell’abuso economico sulle giovani donne, non esiste una legislazione dedicata.
Il reato può essere inquadrato nella normativa vigente relativa a
- Truffa e circonvenzione di incapace ( Artt 640 e 645 del C.P.)
- Tutti gli articoli relativi maltrattamento in famiglia, abbandono, violazione e omessa prestazione dei mezzi di sussistenza già visti nel precedente caso.
La cosa migliore è sempre trovare il coraggio di denunciare e ottenere un ordine restrittivo da parte del Tribunale.
Non sempre, però, è facile soprattutto quando si tratta di parenti stretti.
Un’utile strumento è il T.A.M. – Telefono Anziani Maltrattati, attivo dal 2000 al quale rivolgersi in caso di sospetti maltrattamenti ai danni di un anziano, sia esso in struttura che in famiglia.
Conclusioni
L’abuso economico è una vera e propria violenza, anche se non ancora pienamente riconosciuta.
Rientra a pieno titolo nella più generica espressione “Violenza domestica” ed è a tutti gli effetti un reato spia che, se sottostimato, può portare a conseguenze più gravi fino al femminicidio.
Infatti, affonda le proprie radici nella medesima cultura alla base del femminicidio e prende forza e giustificazione nella visione patriarcale, che, fiera, continua a delineare ruoli e stereotipi sociali.
Ha lo scopo di creare instabilità economica nelle donne, giovani o anziane che siano.
Isolandole, umiliandole e limitando la loro capacità di scelta così come la possibilità di accedere alla sicurezza, con l’unico scopo di renderle proprietà esclusiva.
L’impossibilità di accedere alle risorse economiche può far si che le vittime decidano di restare in relazioni tossiche con individui potenzialmente violenti o subiscano per incapacità di difendersi quando si tratta di anziane.
Ciò a lungo andare mette entrambe le categorie a rischio di subire danni ancora più consistenti.
Fino al femminicidio.
Per questo è assolutamente necessario imparare a riconoscere i segnali di allarme
E non farci cogliere impreparate.
Nel caso degli abusi in coppia, l’educazione finanziaria, insieme ad altri mezzi, è forse lo strumento più potente che ogni donna ha a disposizione per difendersi e per raggiungere l’indipendenza.
Per ciò che concerne gli anziani sono coloro che hanno la responsabilità di vigilare a dover prestare attenzione ai segnali e a denunciare tempestivamente alle autorità competenti, avvalendosi, anche, degli strumenti a disposizione.
Infine, ma non per importanza, è imprescindibile invocare quella sorellanza, troppe volte messa da parte, per azioni concrete che portino una legislazione dedicata e seria.
E un movimento per l’annullamento del patriarcato.
Un’azione, quest’ultima, che come storia insegna, deve inevitabilmente partire dall’assunzione di un nuovo concetto di famiglia.
Ti suggerisco la lettura di “Ave Mary” e “God save the Queer” di Michela Murgia, per approfondire il tema sia per quanto riguarda il patriarcato che per quanto riguarda la necessità i ridisegnare il concetto di famiglia.
Tu cosa ne pensi?
Lasciami, se ti va, le tue opinioni nei commenti qui sotto.
E non dimenticarti di leggere il mio blog: troverai tanti suggerimenti utili per costruire la tua autonomia economica e vivere la vita che desideri.
Ciao Emi.
Come sempre, bisognerebbe dare più importanza a certi argomenti e ogni tipo di violenza andrebbe condannato come si deve.
L’abuso economico è sicuramente qualcosa a cui non si pensa ma che purtroppo affligge molte donne!
Speriamo in qualche cambiamento e intanto, facciamoci forza come solo noi donne sappiamo fare 💪🏻
Un caro saluto, a presto.
Ciao Martina.
Hai ragione, purtroppo ancora non si parla molto di alcuni argomenti. Tuttavia sono convinta che insieee, senza aspettare nessuno, possiamo fare molto e cambiare le cose. La parola magica è insieme condividendo.
Grazie e mille
Emi
Ciao Emi, questo argomento è davvero molto importante. Se ne dovrebbe parlare di più e ci dovrebbe essere più informazione. I tuoi consigli sono stati davvero molto utili e l’articolo molto interessante. Grazie
Buongiorno jessica
E’ vero. Purtroppo è ancora un tabù e non è riconosciuto come violenza vera e prorpria. E’ necessario che noi donne ci rimbocchiamo le maniche e facciamo, come sempre, da noi. Parliamone!
Grazie e mille
Emi