E’ il racconto potente e audace della guerra di Troia rivelata da una donna.
Briseide.
Due volte vittima, bottino di guerra di Achille prima, e oggetto di riparazione poi, con Agamennone, è il simbolo della donna senza diritti e volontà.
Ma con una voce audace e determinata.
“Il silenzio delle ragazze” di Pat Barker edito da Stile Libero nel 2019 con la traduzione di Carla Palmieri, è uno spazio di 359 pagine in cui Briseide, finalmente, racconta la sua versione dei fatti sulle annose faccende di Troia
La voce potente e coraggiosa della schiava da letto prediletta di Achille, che parola dopo parola, silenzio dopo silenzio, demolisce l’eroe consacrato dal mito dipingendolo come un macellaio.
Rude e violento.
La trama
Quando Limesso, città alleata a Troia, cade e viene conquistata dai Greci ad Achille viene tributato un dono d’onore.
Si chiama Briseide, è la figlia di Briseo, sacerdote di Apollo, ed è sopravvissuta al massacro della sua famiglia.
Diventa così concubina, schiava, infermiera e… del Pelide Achille.
Ha solo 19 anni ed è una delle tante donne rapite alla vita e consegnate ai soldati greci per diventare schiave sessuali.
E’ spaventata, all’inizio, ma scopre ben presto di poter essere una testimone preziosa di ciò che realmente accade a Troia.
Compresi i dettagli raggelanti delle condizioni miserabili delle donne.
Quelli che la storia ufficiale non avrebbe mai reso noto. Come del resto è successo!
Per non offuscare la luminosità di un’eroe e la grandezza di un popolo su cui è stata fondata tutta la nostra cultura.
Tentacoli patriarcali compresi.
Briseide, è consapevole di ciò.
E, allora, racconta tutto.
Senza sconti.
Alla fine, Achille luminoso, simile ad un dio, dio non è.
Anzi…
E’ solo un uomo.
Un maschilista furibondo e violento.
Un macellaio per le donne, le sue vittime predilette, e non solo.
Perché leggere “Il silenzio delle ragazze” di Pat Barker
Perché è un libro potente e coraggioso, che parla di violenza sulle donne e della mistificazione, operata con astuzia e sottigliezza, della storia.
Quella scritta da uomini , a loro uso e consumo, che mostra senza ombra di dubbio la radice patriarcale della violenza sistematicamente agita ai danni delle donne in quanto tali.
“Il silenzio delle ragazze”, lungi da essere silenzio, quindi è un racconto rumoroso, sovversivo, capace di dare spazio all’altra storia.
Quella messa a tacere per secoli dal suprematismo maschile.
Ogni dettaglio, spietato , che fai fatica a leggere, è la voce di Briseide che racconta, con determinazione e cura la sua vicenda, traducendolo, parola dopo parola, pagina dopo pagina, nell’altra parte della storia.
Quella della lotta fra vittima e carnefice.
La storia della fine dei miti.
Quello di Achille, ma anche di Ulisse, Agamenonne,...
Quasi dei che si frantumano come fragili vetri trapassati dal raggio luminoso della verità.
La mia opinione
Indimenticabile.
Insegna che la storia, quella che conosciamo, è solo il racconto autoreferenziale ( e auto giustificante) di uomini che definiscono altri uomini valorosi perché uccidono tanti nemici, e difendono la loro terra.
In questa storia dove, invece, a parlare sono le donne.
Il paesaggio che si crea, ben diverso dal luogo di festeggiamenti e vittoria a cui siamo abituat*. è quello di un mattatoio in cui le donne sono carne e oggetto.
Trofei senz’anima.
“Cosa senza nome” come Briseide stessa si definisce.
Violentate, stuprate, obbligate a diventare infermiere e donne di fatica, in un accampamento che più che di guerra è un campo di stupro sistematico.
In cui si aggirano come femmine pubbliche a rischio costante, in cerca di riparo e cibo per sopravvivere.
Bellissimo il percorso di Briseide da fragile principessa a donna consapevole.
Empatica e determinata, capace di dar voce a questa nuova versione.
E Pat Barker raccoglie la sua testimonianza rilanciandola.
Amalgamando la sua storia a quella ufficiale.
Completandola.
Ridimensionando il mito e l’eroe
Gettando luce sui gesti di sottomissione consapevole a cui queste donne sono costrette per portare a compimento la loro storia
e poterla raccontare a noi.
Inevitabile la riflessione sul fatto che a distanza di secoli ancora continuiamo a morire, ad essere usurpate e stuprate non solo nel ventre ma anche nell’anima.
Insomma un racconto bello e vivo.
Molto scorrevole, crudo ma anche poetico.
Forte ed emozionante.
Coinvolgente quanto basta per perdonare certe descrizioni minuziose e dettagliate.
D’altra parte è proprio da queste che sembra di ascoltare la voce di Briseide che racconta, racconta, racconta….
E denuncia.
Perché il silenzio assopisce.
E bisogna fare rumore.
Tanto rumore!
Un’ultima cosa.
“Il silenzio delle ragazze” è uno di quei libri che ci si augura possa presto comparire sulle cattedre e sui banchi delle scuole di ogni ordine e grado!