Come sarebbero state le sorelle March nel terzo millennio?
Avrebbero avuto gli stessi sogni?
“Meg e Jo” di Virginia Kantra si ispira a “Piccole Donne“, il classico dei classici, raccontando la storia di 4 sorelle, a spasso in un’America contemporanea alle prese con i loro sogni e i loro obiettivi.
Fino a quando….
Una tenerissima storia moderna di 370 pagine, edito da Vintage Editore nel 2021, con le illustrazioni di Marilena Imparato e la traduzione di Maria Elena Salvatore, che riporta l’attenzione sull’importanza della famiglia e sui legami per creare le basi dei propri sogni.
La trama
L’epopea delle indimenticabili sorelle March approda nel Terzo Millennio!
E sono giovani donne contemporanee.
La saggia e affidabile Meg è sposata con il John. Ha una bellissima casa e due vivacissimi gemelli di cui si occupa a tempo pieno.
Amy è a zonzo in Europa alla ricerca della sua strada artistica.
Beth, per fortuna, non è morta e studia al college.
E Jo?
La ribelle e intraprendente Jo, vive a New York dove ha infranto il suo sogno giornalistico ma si è reinventata foodblogger. Anche se per mantenersi lavora come aiuto cuoca nel nel ristorante del rinomato Chef Eric Bhaer. Del quale è confusamente innamorata.
E continua a coltivare il sogno di scrivere il “suo” libro.
Insomma, tutto sembra marciare nel versp giusto.
Almeno, questo è quello che si dicono le sorelle nelle loro irrinunciabili, interminabili, telefonate di routine.
Ma è davvero così?
A scompigliare tutto è l’improvvisa malattia della madre che le richiama tutte nella casa natale, in North Carolina.
L’evento si trasforma, ben presto, nell’occasione per confrontarsi e portare a galla vecchie ferite e verità taciute troppo a lungo.
E la certezza che ottenere tutto ciò che si è sempre desiderato non è meraviglioso come si potrebbe pensare. Riscoprendo che cosa conta davvero.
Perché leggere “Meg e Jo” di Virgina Kantra?
Prima di tutto perché se hai amato “Piccole Donne” non puoi perderti la versione 2.0!
Qualunque delle sorelle March tu abbia amato e con cui tu ti sia identificata, “vederle” nella veste contemporanea le rende incredibilmente vicine a noi.
E, questo, potrebbe anche farti cambiare idea sulle tue preferenze!
E poi, perchè è un esperimento ben riuscito.
L’autrice, infatti, nella traslazione temporale ( che ha un pò il sapore fantascientifico del teletrasporto di Star Trek) non ha perso nemmeno un dettaglio delle personalità delle mitiche sorelle.
Tanto che riesci a percepire quasi tangibile la presenza di Luoise Mary Alcott.
Meg e Jo, questo romanzo è dedicato a loro, rivivono nella storia affrontando con lo stesso spirito i problemi di tutti i giorni. Confrontandosi, però, con una quotidianità che è del tutto diversa da quella di due secoli fa.
E i dettagli sono curati nei minimi particolari.
Insomma, è una bella storia che si legge facilmente, ma che, ora come allora, nella versione originale, sa far riflettere.
Senza appesantire.
La mia opinione
Veder vivere la famiglia March ai nostri giorni è stata davvero una bella emozione.
Ho letto forse 20 volte “Piccole Donne” e in diverse epoche della vita . E tutte le volte mi sono chiesta mille volte cosa avrebbe fatto questa o quella sorella di fronte ai problemi quotidiani attuali.
E, anche, come sarebbe davvero andata la loro vita ai giorni nostri.
Come sarebbero invecchiate?
E poi, diciamocelo, non mi è mai andato giù che Beth morisse.
E il sequel, “Piccole donne crescono”?
Un tantino deludente!
Ma come, l’intrepida, caparbia e brillante Jo, ha archiviato la sua valigia piena di sogni per rammendare calzini di un mandria di ragazzini scatenati?
Beh, la curiosità di vedere come sarebbe davvero andata, mi ha sempre roso come un tarlo nel legno.
E “Meg e Jo” di Virginia Varta, ammetto, che un pò ha soddisfatto questa mia curiosità.
Questa storia ha il potere di risolvere tutti gli “What if?”, i “Supponiamo che…” legittimi, che, sono certa, siano venuti in mente a qualsiasi lettrice moderna.
Ribaltando opinioni, convinzioni e… preferenze.
Leggere per credere!
Anche se in tutto questo, dopo riflessioni e riletture, ammetto che, ancora oggi, la mia preferita resta la ribelle Jo March.
E tu?