Che cosa c’è di più spaventoso di una donna fuori dal controllo delle regole?
E dell’uomo?
Te lo spiega Jude Ellison S. Doyle nel suo saggio “Il mostruoso femminile. Il patriarcato e la paura delle donne” edito da Tlon.
Uscito nel 2021, è un volumetto di 257 pagine, tradotte da Laura Fantoni, in cui l’autrice racconta la natura selvaggia delle donne in viaggio fra mito, letteratura, cronaca nera e cinema. Soprattutto horror.
Smascherando l’atavica, primordiale paura di cui il patriarcato si nutre.
E nutre, fin dall’inizio dei tempi, il suo sistema di oppressione e limitazione nei confronti delle donne.
La trama
O meglio il contenuto….
Che si chiamino Carrie, Lilith, o Tiamath, che abbiano sembianze umane o sovrannaturali, che siano streghe o maghe, bellissime e ammaliatrici o bruttissime e respingenti, infatti, le donne selvagge sono al centro di questo brillante trattato.
Con il loro bagaglio di potenza sconosciuta, il mostruoso femminile appunto, che, attraverso l’orrore, rivendica la loro forza.
L’intento è quello di penetrare a fondo e portare alla luce non tanto la supremazia del genere maschile quanto il suo predominio culturale.
Nella narrazione, il caos della forza femminile si contrappone al pavido ordine maschile.
Forzandolo.
Spezzandolo.
Generando paura.
E il potere di spaventare diventa, allora, strumento, capace di cancellare la sottile linea che separa la vera vittima, la donna, dal suo carnefice, l’uomo.
Avvicinandoli pericolosamente .
Giustificando lo stato di fatto.
Ma creando, anche, i presupposti per spezzare definitivamente le catene. Travolgere la base culturale su cui si fonda tutta la nostra istruzione.
Che ci vede come Penelope a tessere la tela nella sua stanza in attesa del ritorno di Ulisse. Il quale, per inciso, nel frattempo sperimenta la vita.
Perché leggere ” Il mostruoso femminile”?
Perché aldilà dell’ovvio, e cioè che la conoscenza è lo strumento della libertà, in ogni donna raccontata, madre o figlia ribelle, moglie intelligente o sottomessa, strega o sirena, dea o mortale, si scopre una parte di ciascuna di noi.
E perché è un’esortazione a non avere paura di lottare. Per i diritti di tutte le diversità che il patriarcato teme e sa di non poter controllare.
Ma anche perché ” Il mostruoso femminile” spiega una volta per tutte e molto chiaramente, come tornare nella propria stanza a tessere e lasciare che i discorsi siano un affare degli uomini, significhi consegnare la nostra esistenza nelle mani di chi la usa a proprio beneficio.
E non solo quella delle donne.
Alla fine, lo scopo dell’intero libro è illuminare e liberare l’immenso potere femminile capace di disintegrare definitivamente la falsa narrazione maschilista, inventata per giustificare se stessa.
E chiamare ognuna di noi ad utilizzare questo potere.
Quotidianamente.
La mia opinione
Il libro è un’analisi onesta e trasparente, senza veli. della misoginia che alimenta la cultura patriarcale.
Lontano dalla staticità della tipica saggistica femminista.
Anzi.
Un’operazione portata avanti con una scrittura vivace e pungente al tempo stesso.
Dinamica e, a volte, divertente. Mai banale e ironica quando serve.
Ma sempre drammatica.
Ciò che ne nasce è un saggio potente e doloroso come un pugno nello stomaco. Fra le cui pagine è possibile percepire, chiara, la sofferenza di ogni donna.
Ma anche il grido di speranza capace di risvegliare questa società sfondata dai pregiudizi. Definita un’invenzione patriarcale e basata sui principi di supremazia bianca e sul binarismo di genere che impone all’uomo e alla donna ruoli ben differenziati.
Capace, pagina dopo pagina, di mostrare come l’ipocrita offerta di protezione del maschio, sia in realtà la gabbia che impedisce alla diversità ( ciò che non è uomo) di volare.
Ruvida, pungente, violenta, ironica e anche delicata, ma sempre onesta e traparente, questa lettura va assaporata con attenzione in compagnia di un thè nero e robusto. Aromatizzato con il gusto pungente dei chiodi di garofano, cardamomo e un pizzico di pepe nero.
Piccante quanto basta per non dimenticare.