“Violeta” è l’ultimo libro di Isabel Allende: edito, come sempre, da Feltrinelli, nel 2022, è tradotto da Elena Liverani.
Un romanzo straordinario, di 368 pagine, che parla di donne, passione, intraprendenza, audacia e libertà.
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La trama
Violeta racconta la sua storia in una lunga lettera – testamento al nipote Camilo.
Non si risparmia: ricorda amanti, passioni audaci, povertà e ricchezza, lutti tremendi e incommensurabili gioie. Tutto con incredibile onestà e senza tabù.
Sullo sfondo della Storia, con la esse maiuscola, che la forgia e la strapazza, Violeta affronta le dure lotte per l’affermazione dei diritti femminili, il pregiudizio, l‘ascesa e la caduta di tiranni, il dolore personale che si intreccia a quello di tutte.
Resta ostinata nel difendere il suo futuro di donna e imprenditrice, sempre autonoma e libera.
E’ così che impara la vita, apprende e si trasforma nella donna che scrive, all’alba dei suoi 100 anni.
Non è saggia, non ha questa presunzione perchè è consapevole che quando si vive si è distratti, attenti a non inciampare, e non si ha il tempo di capire.
E’ il tempo del ricordo, in questo libro, a svolgere il lavoro di riordino e a consentire quel giusto distacco per superare i contrasti e accettare la bellezza di una vita imperfetta.
Il racconto che si snoda lungo 100 anni fra due epidemie, spagnola e coronavirus, curiosamente nascita e morte della protagonista, e restituisce una donna coraggiosamente imperfetta.
Una di noi.
Per questo, non è possibile non innamorarsi di Violeta: a volte con rabbia per la sua inspiegabile indifferenza, a volte incondizionatamente per la sua profonda umanità. Sempre senza banalità.
Perché leggere Violeta di Isabel Allende?
Romanzo di formazione e, anche, di crescita personale, è l’ennesima prova della capacità di questa grande scrittrice, di regalare al lettore uno straordinario personaggio femminile.
Complesso, poco empatico, a tratti duro e cinico, ma che non lascia indifferenti di pinto sullo sfondo della storia, quella vera, e di un’altra storia, quella della protagonista, che appassiona e infiamma.
Incalzante, cattura pagina dopo pagina, lasciando chi legge, spesso, a bocca aperta: sovente anche perpless*.
Sicuramente profondamente coinvolt*, se non altro per quel pizzico di realismo magico che sempre si intreccia alla narrazione di Isabel Allende e affascina chiunque si avvicini a quel mondo.
Insomma un libro da non perdere!
La mia opinione
Centrata sul cosmo femminile e obbediente alla regola secondo cui “se tutto è audace nulla è audace”, Isabel Allende intreccia l’eccezionalità delle vicende, all’anima rurale e arcaica del Cile più selvaggio e alla quieta monotonia delle piccole cose quotidiane.
Il quadro che ci restituisce è un affresco ricco, multiforme, barocco e a volte sovraccarico di dettagli. Colorato e caldo, come solo l’anima del sud del mondo sa essere, ha il potere di guardare dritto negli occhi dell’oggi ricordandoci che la fatica di muovere un passo dopo l’altro è la stessa, sempre.
Come Violeta dice:
Quelle donne di campagna mi insegnarono che il coraggio è contagioso e che la forza sta nel numero; ciò che non si riesce a raggiungere da sole, in tante lo si può ottenere, e più si è meglio è. Facevano parte di un’associazione nazionale di madri e mogli di desaparecidos, così determinate che il governo non era riuscito a disperdere.”
La penna di Isabel Allende, ancora una volta, non tradisce regalando una lettura appassionata , tragica, sensuale, magica e ipnotica. In una parola irrinunciabile.