Ti sei mai chiesta perchè le suore non possono celebrare la messa?
Perchè non sono preti.
Ovvio.
Mica tanto!
La vicenda delle consacrate che non possono celebrare la messa si intreccia al divieto delle donne di diventare prete.
Il cattolicesimo sembra tuttora una religione maschilista permeata da una cultura patriarcale che relega la donna ad una funzione esclusivamente ancillare negandole pari dignità.
Lo fa affermando che questo è stato il volere di Gesù.
Ma è davvero così?
O piuttosto siamo, ancora una volta, difronte a uno strumento potentissimo con cui i capi (della Chiesa, in questo caso) decidono chi deve stare al di fuori della cerchia di potere?
In questo post cercherò di rispondere a questo interrogativo
- attraverso semplici riflessioni
- l’analisi del punto di vista della Chiesa e della storia
- le mie personali opinioni
Pronta?
Riflessioni di partenza
- Davanti a Dio siamo tutti uguali
- Nella Bibbia non vi è un oggettivo no al sacerdozio femminile
- Sia preti che suore sono consacrati a Dio
Tuttavia le suore non possono celebrare la messa e le donne non possono accedere al sacerdozio.
Anzi.
Ordinare una donna sacerdote è reato.
Di converso, utilizzare le suore alla stregua di domestiche non stipendiate no.
Cito alcune fonti
Un articolo uscito sul Corriere della Sera nel 2021 mostra come le suore siano spesso impiegate a servizio di preti, vescovi e cardinali. Senza tutela e stipendio, in virtù del voto di obbedienza e sottomissione, sono a rischio indigenza e di abuso economico.
Farei notare anche qui l’ennesima disparità: preti, vescovi e cardinali percepiscono uno stipendio le suore a servizio della Chiesa no.
Di abuso economico si è occupato l’ Osservatore Romano sottolineando come la dipendenza finanziaria sia il maggiore ostacolo che impedisce alle donne di sottrarsi alle violenze. Fenomeno di cui sono vittime anche donne consacrate da parte di uomini consacrati.
Il tema della disparità è ripreso anche nel mensile dell’Osservatore Romano “Donna chiesa mondo” coordinato da Rita Paci, che affronta il problema dopo aver denunciato più volte abusi di autorità e sessuali a danno delle religiose.
Tuttavia, nonostante la chiara presa di posizione della Chiesa contro quello che a tutti gli effetti è un abuso di potere e una limitazione della libertà ai danni di tutte le donne, religiose comprese, resta il fatto che queste non possono e non potranno mai accedere al sacerdozio.
Un fattore secondario e certamente meno grave rispetto ai fatti emersi.
Ma ne siamo sicure?
E se, invece, fosse ennesimo strumento per continuare ad esercitare, impropriamente e abusivamente, potere sulle donne consacrate o meno?
E, ancora, quanto dietro la limitazione al sacerdozio delle donne si nasconde, qui come ovunque, una visione misogina che affonda le radici a partire dalla narrazione biblica?
Il punto di vista della Chiesa sul perchè le suore non possono celebrare la messa
Secondo la Chiesa le donne non possono accedere al sacerdozio e le suore non possono celebrare la messa perchè
- All’ Ultima Cena, quando Gesù ha istituito l’Eucarestia erano presenti solo i 12 Apostoli. A dirlo è il Catechismo della Chiesa Cattolica nell’articolo 6 sul Sacramento dell’ordinazione al n°1577. ( Consiglio vivamente la lettura di questo documento se non altro per contare le volte in cui la parola “uomo” viene, più o meno chiaramente rimarcata )
- Gesù sulla terra era uomo e la donna, in quanto tale, non può rappresentarlo pienamente, anche se ne è degna (art.6 n° 1548). Poco prima, però, al punto n° 1546 il documento afferma che tutta la comunità dei credenti, donne comprese, è sacerdotale e che “per mezzo di Battesimo e Confermazione tutti vengono consacrati a formare un sacerdozio santo “. Contraddizione ? Forse.
Il punto di vista della storia
Giorgio Otranto, storico del cristianesimo e delle chiese, ha indicato frammenti storici, sistematicamente ignorati dalla critica, a testimonianza della presenza di donne sacerdote nel mondo antico.
- Già Gelasio I ,papa fra il 492 e 496 d.C. si opponeva strenuamente al fatto che le donne officiassero regolarmente la liturgia nell’Italia Meridionale.
3. Atanasio nell’opera “De Verginitate” a lui attribuita scrive:
“regno dei cieli non è nè maschile nè femminile ma tutte le donne che sono gradite al Signore provengono dall’Ordine degli uomini“
e poco più avanti scrive che le vergini sono chiamate a benedire il pane con tre segni della croce, a compiere le azioni di grazia e a pregare. Evidenti atti che possono essere assimilati alla celebrazione eucaristica.
2. Un’epigrafe del V secolo rinvenuta a Tropea, città della Calabria, attesta la presenza di una certa Leta “praesbytera”.
3. L’affresco nella cappella greca delle catacombe di Priscilla a Roma ( III secolo circa) mostra l’immagine di una donna in abiti sacerdotali che porta nella mano sinistra la croce e nella destra l’incensiere.
4. Infine Attone, Vescovo di Vercelli, scrive esplicitamente che nelle comunità cristiane antiche non solamente gli uomini ma anche le donne venivano ordinate (ordinabantur) e che esse erano a capo di alcune comunità.
Poche evidenze, in effetti, ma sufficienti ad evidenziare che il rapporto fra donna e liturgia nella Chiesa Antica era assai più ricco e significativo e che nel tempo è andato perduto.
Perchè?
” Gesù ha voluto così” e non si discute.
E su questo punto i capi della Chiesa sono granitici.
Misoginia religiosa
Il motivo per cui le suore non possono celebrare la messa e le donne accedere al sacerdozio è, allora, la misoginia?
Forse.
Vediamo un pò di storia.
Nata dalla costola di Adamo, Eva è debitrice all’uomo della sua stessa esistenza. E l’esordio della donna nella Bibbia non promette bene.
Poi Eva, sempre secondo le Sacre scritture, debitrice all’uomo della vita , invece di essere grata, commette l’ “Errore”: offre la mela ad Adamo (lui mica la voleva…) e introduce il peccato nel mondo e la morte.
E’ la fine.
In tutto l’Antico Testamento non solo ricopre un ruolo di secondo piano (già questo sarebbe umano) ma viene trattata come un oggetto. Nell’Esodo si legge:
Non desiderare la casa del tuo prossimo. Non desiderare la moglie del tuo prossimo, né il suo schiavo, né la sua schiava, né il suo bue, né il suo asino, né alcuna cosa che appartenga al tuo prossimo.
La donna viene posta sullo stesso piano della casa, del bue e di qualsiasi COSA che appartenga all’uomo.
Già qui potremmo fermarci e averne abbastanza.
E poi… c’è Gesù che sistema le cose
Fortunatamente, però, arriva Gesù e le cose cambiano: la posizione verso la donna si addolcisce. Ma se lui perdona l’Adultera, il Vangelo scivola. Il Cristo resta il figlio dell’Uomo e affossa, ancora una volta, la Maternità relegando la donna a semplice portatrice biologica dell’uomo.
Gesù ci prova e riesce, per un certo periodo di tempo, a definire il ruolo paritario della donna nella società del tempo. L’evoluzione dei costumi fa la sua parte.
Purtroppo, però, arriva, il dopo.
Il dopo la morte di Gesù e Il dopo le persecuzioni. Il cristianesimo viene finalmente accettato e la Chiesa Antica si trova di fronte all’urgenza di definirlo come religione ufficiale.
Zelante, mescola elementi della cultura greca , romana e della tradizione giudaica ( di cui spesso Gesù nella sua opera di innovazione si infischia allegramente), per non far torto a nessuno. La cultura patriarcale e limitante nei confronti delle donne torna in auge.
Tuttavia la Chiesa deve affrontare e risolvere un problema non da poco.
Se la predicazione cristiana si basa sull’uguaglianza di tutti gli esseri viventi, uomini e donne difronte a Dio, come giustifica la disparità di genere delle culture antiche?
Facile.
L’uomo e la donna sono effettivamente uguali ma solo sul piano spirituale, non naturale.
Ed ecco la fregatura.
La questione della costola di Adamo ritorna e la donna ridiventa debitrice all’uomo della sua stessa esistenza. Debito che “onora” gettando il mondo nella sofferenza e nel peccato.
Il risultato di questa operazione è rendere conflittuale la condizione femminile.
E’ fatta!
Si predica la fratellanza universale e l’uguaglianza ma quando si tratta di donne la si consegna solo alla sfera spirituale. Si tiene ben stretta, invece, la cultura maschilista e patriarcale nella sfera del reale! Giustificandola con la costola e l’errore.
Da qui in poi la denigrazione della donna è sistematica e atroce
Tertulliano, scrittore cristiano del III secolo d.C. nel “ De cultu feminarum” scrive:
” la donna è la porta dell’inferno”
Si apre così la strada alla grande esclusione della donna dalla chiesa cattolica.
A Tertulliano seguono, infatti, molti altri. Da Clemente di Alessandria a San Giovanni Crisostomo fino ai Padri della Chiesa. E nessuno si risparmia nella denigrazione e nell’umiliazione.
Nel frattempo c’è San Paolo. con la Prima Lettera ai Corinzi in cui scrive:
“L’uomo non deve coprirsi il capo, poiché egli è immagine e gloria di Dio; la donna invece è gloria dell’uomo. E infatti non l’uomo deriva dalla donna, ma la donna dall’uomo; né l’uomo fu creato per la donna, ma la donna per l’uomo. Per questo la donna deve portare sul capo un segno della sua dipendenza… “
Asset perfetto. E non solo per il cattolicesimo: ma questo è un’altra storia.
Le donne, tutte, indosseranno il velo in segno di umiltà e sottomissione, non verso Dio, ma verso l’uomo da cui è dipendente!
E le suore?
Ancora meglio! Il velo, obbligatori a tutt’oggi, le rende dipendenti e sottomesse contemporaneamente a Dio e all’uomo.
Allora come può un essere impuro, debitore della sua stessa esistenza all’uomo da cui dipende ed è sottomessa, aspirare a diventare sacerdote incarnando ciò a cui, per definizione è seconda?
Ecco il vero perchè le suore non possono celebrare la messa e le donne accedere al sacerdozio.
Il cerchio si è chiuso ed è tutto scritto nero su bianco.
La figura della donna, anche nelle sue più sublimi manifestazioni, è ridotta a pura funzione biologica.
La mia opinione sul perché le suore non possono celebrare la messa e le donne non possono essere preti
L’immagine di Gesù che sbuca dalle pagine del Vangelo, per quello che mi riguarda, è quella di un uomo elegantemente indifferente al sesso e al passato delle persone. Per Lui non esisteva una spartizione dei compiti fra uomo e donna ma solo il messaggio, innovatore allora ( e ancora adesso, purtroppo), del fare insieme.
Assorto nella sua missione di condividere questa sua rivoluzionaria visione del mondo, ha operato una vera e propria sovversione della cultura del tempo che ha liberato le donne dall’oppressione patriarcale romana dominante e delle tradizioni giudaiche.
Una visione ampiamente condivisa nelle prime comunità cristiane che però si è persa quando la Chiesa si è inserita stabilmente nella struttura sociale e politica del tempo. Cioè quando ha avuto a che fare con il potere temporale.
Ciò che più stupisce, o ferisce, in questa evoluzione è il disallineamento che si è generato fra ciò che Gesù avrebbe affidato alle donne nella comunità delle origini e la posizione che la Chiesa ha assunto nei loro confronti. Potremmo dire che, ora come allora, ci troviamo difronte ad una vera e propria sottrazione dei diritti acquisiti concessi dal diretto interessato, Gesù, e ad un atteggiamento granitico di evitamento delle risposte da parte di chi ha il compito di rappresentarLo sulla terra.
Perchè alla fine le suore non possono celebrare messa e le donne diventare sacerdoti?
Semplici motivazioni storiche e culturali senza alcun fondamento teologico. secondo cui l’uomo, in quanto maschio, è stato preso come simbolo perfetto rappresentativo dell’umanità. Quindi lui, e solo lui, può essere immagine di Dio.
Nulla vale la conclusione della Pontificia Commissione Biblica del 1976 secondo cui non vi è alcun no al sacerdozio femminile nella Bibbia.
Forse i maschi hanno paura di perdere l’unico monopolio che ancora resiste?
Tu cosa ne pensi?
Lasciami, le tue opinioni nei commenti qui sotto.
E, mi raccomando, continua a seguire il mio blog! Troverai tantissimi suggerimenti pratici per la tua autonomia economica e il tuo risparmio quotidiano.
L’argomento trattato nel suo articolo “perché le suore non possono celebrare la messa?” dovrebbe essere affrontato ogni volta che si parla di femminicidio. La Chiesa è la prima istituzione che favorisce gli abusi intellettuali, economici, psicologici messi in atto contro le donne. Sono madre di una bambina e sento il dovere di farle comprendere che viviamo in un Paese in cui il maschilismo è radicato nei secoli ed il maggior sostenitore della misoginia è proprio la Chiesa. Nascere in Italia significa prendere per buono che le donne sono inferiori e sottomesse perché è proprio la Chiesa che prima fra tutti sostiene con fare buonista questo principio. E ci viene inculcato che è la cosa più normale, che una donna ad esempio non potrà mai diventare Papa. Vorrei sapere da questi maschi buonisti ecclesiastici quale impedimento fisico ha una donna per non poter fare carriera all’interno della Chiesa fino al ruolo apicale di Papa? ci indigniamo per le donne musulmane costrette a mettere il velo ma poi la nostra buona Chiesa è più sessista di altre religioni. Certo quando i preti cominceranno a scarseggiare per numero allora forse la necessità costringerà la Chiesa a rivedere il suo punto di vista facendolo passare magari per un’apertura. Se all’interno di una azienda privata o pubblica, ad una donna fosse per principio vietato fare carriera perché donna, potrebbe fare causa all’azienda e sicuramente vincere. Nella Chiesa è invece tutto possibile. Personalmente trovo interessante anche l’argomento relativo al fatto che il matrimonio debba essere per sempre,indissolubile. Credo che questo sia un altro requisito per il femminicidio. Come si può pensare che una scelta per principio debba essere per sempre e se non lo è magari il marito si sente anche autorizzato ad uccidere o maltrattare.
Il rispetto della persona, della sua volontà, dei suoi cambiamenti deve essere il messaggio di amore che dovrebbe essere diffuso ovunque.
Io sono una donna sposata in Chiese e divorziata, ho lasciato il mio primo marito per amore di un altro uomo. A 35 anni ho fatto una scelta che presupponeva una consapevolezza diversa. Il mio ex e mio marito hanno rapporti cordiali, mia figlia avuta dal mio ex ha vissuto in una realtà di rispetto tra tutti noi. Mi sento una donna che sta mentalmente molto più avanti rispetto la mentalità di questo Paese e spero che mia figlia assorba questo rispetto.
Mi scusi ho scritto molto, troppo, ma sono argomenti per me (e anche per lei che ha scritto un articolo sul tema) così chiaro che trovo assurdo che non se ne parli di più, che non ci siamo denunce, che non escano notizie continue dell’ipocrisia dei preti (vita sessuale,soldi,averi…)
Grazie dell’attenzione se ha letto tutto il mio messaggio
Buonasera Irene,
certo che ho letto tutto il suo messaggio!
Più volte e con molta calma.
E, Le confesso, che incontrare, seppur virtualmente, una donna come Lei, consapevole, determinata e mentalmente libera è un grande piacere!
Sono felice che il mio post abbia sortito l’effetto di una riflessione più ampia che considera la Chiesa una parte dell’intero problema. O meglio la radice e la giustificazione di una cultura patriarcale che lungi dall’indebolirsi, continua ad affondare le radici nel tessuto culturale.
E’ per questo, a mio modesto parere, che è fondamentale lottare prima di tutto per la nostra autonomia economica.
Come diceva la grande Matilde Serao, la prima donna ad aver fondato e diretto un giornale, la questione femminile è prima di tutto una questione economica e una questione morale. In quest’ordine, sottintendendo che l’aspetto morale è conseguente a quello economica.
Insomma è necessario, per noi donne, prendere in mano la nostra vita partendo dalla conoscenza e dalla capacità materiale di badare a noi stesse senza l’aiuto di nessuno.
E, insieme, è più facile.
Per questo motivo è nato il mio blog.
Per contribuire, nel mio piccolo, a questo processo.
E condividere pezzi della mia storia che mi hanno reso autonoma e indipendente.
Perché sono ancora troppe le scarpe rosse nelle piazze e, molte di queste, sono frutto di una disparità ancora marcata e oltremodo giustificata, anche laddove si predica l’uguaglianza fra i generi. Salvo poi negarla all’atto pratico.
Grazie Irene per la Sua bella testimonianza, mi auguro voglia continuare a commentare i miei post e condividere preziosissimi spunti di discussione
A presto
Emi
Denunciamo la chiesa cattolica al numero per le violenze
Buonasera Ettore, purtroppo non si tratta solo di Chiesa, anzi… E i recenti fatti mostrano come sia la cultura in generale, quella sulla quale fondiamo tutte le nostre strutture, a dover essere messa in discussione. Anche la nostra stessa capacità critica ha bisogno di risveglio. Perché, alla fine, all’epoca di Internet dove ogni informazione è alla portata di tutti, è piuttosto facile farsi un’idea propria che non si appiattisca sul pensiero comune.
Grazie e mille per il commento
A presto
Una troppo facile risoluzione del problema a mio parere. Anche gli esempi storici qua e là non fanno la Tradizione Sacra. Essa si fa su ciò che accade a livello universale nella Chiesa, non si alcuni esempi isolati. Comunque se vuole possiamo aprire un dibattito fraterno su ciò .
Buonasera, ben contenta di aprire un dibattito purchè civile e fraterno. Ascoltare è sempre un’ottima occasione di apprendimento. La ringrazio per il suo commento e a presto!