
Hai presente “Orgoglio e Pregiudizio”?
Sì, proprio quello, il capolavoro di Jane Austin.
Ti ricordi le sorelle Bennett?
Impossibile dimenticare le belle Jane, Elizabeth, Kitty e Lydia.
Ma Mary?
Te la ricordi Mary?
La sorella strana e timida, che invece di trascorrere il tempo a farsi bella e civettare con potenziali mariti, si rinchiudeva in biblioteca e metteva in imbarazzo la madre e le sorelle?
Beh, di lei non ti puoi ricordare granché, dato che Jane Austen le ha riservato poco spazio.
Per fortuna, ci ha pensato qualcun altro!
“La sorella dimenticata” di Janice Hadlow, edito da Piemme nel 2021 con la traduzione di Rachele Salerno, è la storia, in 570 pagine, del percorso autonomo e ribelle della Bennet meno famosa.
Una storia interessante, intrigante e commovente che scorre fra le dita.
La trama
Mary Bennet è la sorella di mezzo del clan Bennet.
Tutte vivono nella loro tenuta di Longbourn. E tutte sono occupate, anzi occupatissime a trovare un buon marito. Possibilmente facoltoso. Possibilmente con consistenti possedimenti.
Belle, giovani, brillanti e…. ( mi fermo qui), spendono il loro tempo fra balli e corteggiamenti.
Tutte… e 4, Jane, Elizabeth, Kitty e Lydia.
Manca all’appello la terzogenita, Mary.
Quella di mezzo, che vorrebbe diventare invisibile. Sparire fra le parole, le righe dei suoi amatissimi libri.
Si sente soffocare dal futuro a cui tanto aspirano le sue sorelle. E man mano che cresce, in lei si fa sempre più largo l’idea, la convinzione, che non è ciò che vuole la vita.
Criticata dalla madre, derisa dalle sorelle e ignorata dal padre, in un mondo che non la capisce, non si abbatte.
Anche se scopre fin troppo presto che non ha nulla a che spartire con la sua famiglia e che per lei il futuro non sarà facile, decide rimanere fedele a se stessa.
Così, mentre le sorelle convolano a nozze, lei resta a casa.
Ma alla morte del padre le cose si complicano.
Giovane donna, non sposata, in una società in cui l’unico ruolo delle donne era quello di moglie e madre, sfrattata, è costretta a trovare un’altra dimora.
Che però non si può permettere.
Diventa una randagia, una nomade che elemosina un tetto.
Ma non si arrende.
Ospite mal digerita delle sorelle accasate, soffocata da una vita che non desidera, sfida le convenzioni sociali, abbandona tutti e si trasferisce a Londra da una zia.
E’ la svolta.
Finalmente lontana dalla mentalità di provincia, trova il suo nido.
E impara a dare ascolto alla sua voce. Ignorando quelle degli altri.
Vedersi con i suoi occhi.
Trasformandosi da brutto anatroccolo nel cigno che aveva nascosto dentro di sé.
Ma quando, inevitabilmente, l’amore bussa alla sua porta … che cosa accadrà?
Perché leggere “La sorella dimenticata”?
Perché è l’occasione di conoscere Mary.
Un personaggio che in “Orgoglio e Pregiudizio” è solo una comparsa, un dipinto bidimensionale.
Al più qualcuno da criticare o deridere.
Un cameo, che Jane Austin, credo abbia voluto fare di sè stessa, Perché tante sono le similitudini tra lei e Mary.
Qui, invece, è una figura tridimensionale, che sbuca con forza dalle pagine.
Dotata di un’intelligenza acuta, cresce pagina dopo pagina.
Ed è bellissimo emozionarsi, tremare, agitarsi, vibrare e soffrire con lei, durante tutto il percorso.
Fino a quando, finalmente, apre gli occhi e si guarda con forza e coraggio.
Ma “La sorella dimenticata” non è solo questo.
E‘ un racconto sulla diversità e sulla solitudine, quella che ognuna di noi ha provato almeno una volta nella vita e sul riscatto.
E vale la pena leggerlo perché è capace di dare coraggio e dona un grande insegnamento.
La mia opinione
Mary è un po ognuna di noi.
Rappresenta perfettamente il nostro sentirci sempre fuori posto.
Non abbastanza.
Quella che combatte ogni giorno con la parte di sé stessa che la fa sentire insignificante. Alla costante ricerca della strada giusta da percorrere.
Con mille dubbi e cento paure.
Non importa se hai un’intelligenza sopra la media, se sei una strafiga da paura, è sempre lo sguardo degli altri a farti da specchio.
Uno specchio quasi sempre deformato o, nella migliore delle ipotesi, filtrato dagli occhi di chi guarda.
“La sorella dimenticata”, Mary, ce lo ricorda.
E questo rende il libro amabile e amato.
Mary è una sorella caparbia, che attraversa i secoli per ricordarci che alla fine, per stare bene, avere successo e raggiungere i propri obiettivi, una sola cosa è necessaria: imparare a guardarsi coraggiosamente con i propri occhi e ignorare quelli degli altri.
E’ per questo motivo che è un romanzo così prezioso.
Sa stare al passo con un grande classico, pur abbracciando la contemporaneità.
Dando voce a uno dei personaggi più marginali di Jane Austen, racconta la storia straordinaria di una donna, senza tempo, come te e me, in cerca della propria strada.
Un viaggio che si conclude con la piena conoscenza di sé.