Loveday è accogliente come un muro di gomma..
Una emo ingrugnita, antisociale che passa il suo tempo con il naso nei libri per leggere o catalogare.
Perché?
“La libreria dove tutto è possibile“, edito da Garzanti nel 2018 , scritto da Stephanie Butland e tradotto da Elisabetta Valdrè, è il racconto di una vita.
Un romanzo che bussa delicatamente ma che, nel corso della narrazione, irrompe con originalità e fa battere il cuore.
Creando dipendenza.
E una sana curiosità che ti spinge a girare ogni singola pagina.
Fino all’ultima.
La trama
Loveday Cardew è una giovane donna asociale e respingente.
Ha sempre in mano un libro, da leggere o da catalogare. Che le fa da scudo nei confronti del mondo.
Odia i clienti che la disturbano, il contatto fisico non motivato ed essere al centro dell’attenzione.
Ma ama la poesia e la libreria dove lavora, sperduta nel cuore di York in Inghilterra.
Il suo rifugio perfetto. Dove si sente a casa e dove può prendersi cura dei libri. Esattamente come loro fanno con lei.
Una routine rassicurante e protetta.
Finché un giorno un misterioso pacco contente alcuni libri della sua infanzia, interrompe la quiete delle giornante tutte uguali.
Chi è il misterioso mittente?
Sicuramente qualcuno che conosce molto bene la sua storie e la sua infanzia difficile
Qualcosa che vorrebbe evitare.
Dimenticare.
Ma pacco dopo pacco, i ricordi irrompono nella sua esistenza e la costringono a cambiamenti importanti.
Accanto a lei c’è Nathan.
Brillante poeta in erba, tanto delicato quanto irrimediabilmente pieno di vita e speranza, sembra possedere la chiave per arrivare all’anima di Loveday.
Riusciranno i suoi versi garbati a regalarle quella promessa di felicità per smettere di nascondersi dietro le pagine dei suoi amati libri?
Perché leggere “La libreria dove tutto è possibile”?
Perché è un esordio originale . brillante e poetico, di un libro che parla di libri.
Ma non in modo scontato.
Un acquarello delicato della vita di una libraia e del mestiere di custode di storie, con chiaroscuri a volte drammatici, a volte tenui, a volte esilaranti e inverosimili.
Mai noioso, ritrae non solo i personaggi, ma anche il luogo, la libreria, dove ogni giorno si ripete il grande miracolo delle risposte giuste al momento giusto.
Ma anche perché è una storia che entra nell’immaginario in punta di piedi, senza clamore, ma che sa conquistare pagina dopo pagina.
La mia opinione
La storia in sé non è sconvolgente.
Almeno non all’inizio.
E Loveday non è il personaggio che ti conquista fin dalle prime battute!
Anzi…
E’ antipatica e respingente come un muro di gomma.
La sua vita si limita ad un andarivieni da casa al lavoro e ritorno. E a casa legge e scrive ( è una poetessa segreta).
Ma…
Piano piano, fra flashback e racconti in prima persona, il racconto prende vita, si anima.
Stupisce.
E solleva interrogativi.
Perché Loveday è così?
Cosa le è accaduto?
Cosa, nel suo passato, nella vita con la sua famiglia, l’ha resa così refrattaria alla vita?
E i 3 piani temporali, presente, passato recente e infanzia, iniziano ad intrecciarsi creando un personaggio reale.
Tridimensionale.
Intelligente e coraggioso.
Molto imperfetto.
E questo le permette di essere ironica, sagace, autentica e generosa, mostrando un volto empatico del tutto inaspettato.
Ma ciò che alla fine la rende amabile e amata è la sua fedeltà a sé stessa.
Cavalca coraggiosamente il cambiamento senza diventare chiassosa, pur trasformandosi in una versione nuova e migliore di sé.
In tutto questo la narrazione lascia intuire ma non capire che cosa accadrà a Loveday.
Per saperlo, infatti, bisogna girare l’ultima pagina.
“ La libreria dove tutto è possibile” a dispetto del titolo, non è un racconto frivolo. E’ una storia profonda in cui poesia e riflessione personale si intrecciano.
Una storia che ha la capacità di incidere, precipitando nel vissuto di chi legge modificandolo.